"In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò e tu non mi dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino..." Il piccolo principe ritornò l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni ad esempio tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro comincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti!" "Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. "Anche questa è una cosa da tempo dimenticata" disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore..." Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!", disse la volpe, "...piangerò". "La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..." "E' vero" disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "E' certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?" "Ci guardagno", disse la volpe, "il colore del grano". Poi soggiunse: " Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo." (..) Da: Il piccolo principe Antoine de Saint-Exupéry
1 commento:
stupende queste due parole, sembrano una canzone!
Un abbraccio a entrambi
nic
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